La partoanalgesia permetterebbe non solo meno dolore, ma anche una minor incidenza di depressione post partum
Secondo alcune recenti ricerche, il dolore durante il parto giocherebbe un ruolo significativo nello sviluppo della depressione post partum. Pare infatti che le mamme che si sottopongono all’anestesia epidurale presentino una minor incidenza di depressione nelle 6 settimane successive alla nascita del loro bebè. L’intensità del dolore sarebbe quindi un fattore da non trascurare per assicurare il benessere psicologico della futura mamma.
La ricerca da cui partono queste osservazioni è stata condotta in Cina presso il Dipartimento di Anestesia e Terapia Intensiva Chirurgica, Peking University First Hospital di Pechino su 214 donne al primo parto. Nell’editoriale che accompagna lo studio si sottolinea come la depressione post partum sia una patologia multifattoriale, cioè determinata da molti fattori: biologici, psicologici e sociali. Per queste ragioni e per la complessità del fenomeno, l’interessante risultato dovrà essere approfondito in successive ricerche.
In ogni caso, la relazione tra dolore e depressione non è nuova e il dato presentato è importante: nella ricerca citata le donne che sceglievano l’anestesia epidurale presentavano un tasso di depressione post parto più che dimezzato rispetto alle mamme che non l’avevano effettuata. In altre parole, mentre le donne che avevano partorito “naturalmente” presentavano sintomi di una depressione post partum con un’incidenza pari al 35%, le mamme che avevano partorito con partoanalgesia solo del 14%.
I risultati suggeriscono quindi che sebbene un parto senza dolore sia ad oggi impossibile, sollevare le mamme in travaglio dal dolore più acuto potrebbe essere un fattore fondamentale anche per le settimane successive al parto, con positive ripercussioni sullo stato di benessere della donna e del piccolo.