Lui cerca immagini bondage su internet
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Psicologa e Psicoterapeuta - riceve in provincia di Milano e di Varese per appuntamenti 340.12.29.738

La psicologa risponde ai lettori

Gentile dottoressa, le scrivo perché alcuni giorni fa, ho scoperto che il mio partner cerca frequentemente immagini di bondage  sul telefonino, per  vedere rapporti con donne con legature, bavagli eccetera. Ci sono rimasta molto male, non so bene neppure io perché, forse anche perché ho dovuto insistere per farmi raccontare che non era un caso. Perché proprio queste immagini? Dice che io non sono abbastanza per lui? Dovrei farmela passare? Grazie, Sara

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Gen.le Sara,

la ringrazio per avermi scritto e contattata.
Mi rendo conto di quanto possa essere difficile a volte scoprire piccoli pezzi della storia privata del proprio partner soprattutto quando questi vengono a galla solo dietro insistenze o trabocchetti. E’ molto duro infatti pensare che l’altro ci dica qualcosa solo perché l’abbiamo scoperto noi: ci chiediamo “ma allora cosa altro nascondi?”. Perché hai delle fantasie di cui non so nulla?

Il fatto di avere delle fantasie, a volte non corrisponde direttamente a qualcosa che vogliamo nella realtà: basti pensare al fatto che si può digitare qualcosa perché ci eccita, ma in realtà si vuole stare con una donna diversa, perché è quella con cui vorremmo passare le ore, gli abbracci, l’amore, etc… A volte invece cerchiamo immagini che ci eccitano e che avremmo piacere di sperimentare con la partner. Magari non tutto e subito, magari gradualmente, magari con varianti a seconda dei desideri e del coinvolgimento del partner. Questa scoperta può essere anche una nuova possibilità?

E’ possibile che il suo compagno abbia sentito che entrambi preferivate tenere velate queste cose. Ma questo non significa che ci sia qualcosa che non va. Forse lui sentiva che alcune cose che l’avrebbero ferita? Si vergognava? E ora che lei lo sa è possibile parlarne?
Lei ha fatto bene a porgli quelle domande per comprendere le sue fantasie… forse però gioverebbe a tutti e due farlo con uno spirito diverso: di complicità, in modo che sia lui il primo a volerle raccontare, senza che lei debba inseguirlo per scoprire se c’è qualcosa che non va.

Un caro saluto
dr.ssa Lara Franzoni

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