Sessualità uomini: le difficoltà sessuali più comuni
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Psicologa e Psicoterapeuta - riceve in provincia di Milano e di Varese per appuntamenti 340.12.29.738

Tra le forme più comuni di disfunzione sessuale maschile troviamo l’eiaculazione ritardata e precoce, il disturbo erettile e il disturbo del desiderio sessuale ipoattivo.

Di seguito vengono descritti nelle loro caratteristiche salienti così come sono presentati nel Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (APA, 2013).

  • Eiaculazione ritardata. In questi casi l’individuo riporta come in almeno il 75% dei rapporti sessuali avvenga un forte ritardo nell’eiaculazione o questa non avvenga del tutto, anche se c’è un desiderio adeguato. Questa difficoltà può avvenire in modo generalizzato, cioè con tutti i tipi di stimolazione, situazioni o partner oppure può essere situazionale: cioè l’eiaculazione ritardata avviene solo con determinati partner, situazioni o stimolazioni.
  • Disturbo erettile. La caratteristica essenziale di questo disturbo è la ripetuta incapacità di mantenere o ottenere l’erezione durante i rapporti sessuali. Questa difficoltà può essere presente da quando la persona è sessualmente attiva o anche iniziare dopo un periodo di funzionamento normale. Molti uomini con disturbo erettile possono sentire di avere scarsa fiducia in se stessi, provare sentimenti depressivi o timore di nuovi incontri sessuali.
  • Eiaculazione precoce. Il tratto centrale di questa patologia è il verificarsi ricorrente dell’eiaculazione circa un minuto dopo la penetrazione vaginale e prima che lui lo desideri. Gli uomini affetti da questa difficoltà lamentano mancanza di controllo sul proprio corpo e un senso di apprensione che accompagna i rapporti sessuali.
  • Disturbo del desiderio sessuale ipoattivo. In questo caso è centrale sia l’insufficienza o assenza di desiderio sessuale, sia la mancanza di fantasie o scarsi pensieri a contenuto sessuale. A volte questo disturbo è affiancato da preoccupazioni relative all’erezione e nel complesso la difficoltà per essere diagnosticata deve presentarsi per almeno 6 mesi.

 

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